Per volere dei genitori di Cristiana, che purtroppo ci ha lasciato, pubblichiamo la sua storia, che si trova anche nel libro “L’arcobaleno della speranza-anche a noi è successo”. Un modo questo, per tenere vivo il suo ricordo.
Ciao, sono una ragazza di 32 anni, ho scoperto di questa malattia a Febbraio… CHE MAZZATA!!!
Soprattutto perché mai ero capitata davanti a una situazione del genere, tra parenti o amici, e quindi non sapevo come reagire, in particolare per le mie due bambine e il mio compagno, abituati ad avermi sempre li con loro.
Il giorno più brutto fu quando mi dissero che dovevo lasciare l’ospedale di Albano, per trasferirmi qui al ptv, un posto a me sconosciuto, data la mia provenienza da Anzio.
La prima volta che ho varcato la soglia, incontrai un’infermiera che mi disse:”te tocca sta’ qua un mese”, e io ”quanto?… ma semo scemi?”, e all’entrata mi faci il segno della croce.
Mentre entravo nella stanza che mi avrebbe ospitato per due mesi (mica uno!), sentii le mani sudare, il cuore battere fortissimo, gli occhi di fuori, e ho pensato “ma ce riesco ad arriva’ a un mese?”…
I primi tempi furono durissimi, perché non potevo vedere le mie bambine piccoline, il mio compagno, la mia famiglia e non scordiamoci del mio capoccione cagnolino.
Con questa esperienza ho capito che significa la parola “VITA”. Infatti da subito mi dissero che ero una candidata al trapianto, e facendo le varie analisi alla mia famiglia, hanno scoperto che il mio midollo è compatibile con quello di uno dei mie fratelli, ed è proprio grazie a lui che rivivo per la seconda volta, e speriamo che sia la volta giusta!.
Una mia preoccupazione di ora è andare al reparto dei trapianti, bene o male qui si sa che più di un mese non ci stai, lì… Beh diciamo minimo due mesi, e poi qui, anche se in modo assai limitato, posso avere un contatto con coloro che mi vengono a trovare, ai trapianti invece non se ne parla proprio.
E poi c’è la solitudine… per due mesi o più, totalmente da sola, senza nessuna compagna con cui ridere o scherzare.
Che dico?! che ho una paura terribile, ma stringo i denti e vado avanti per loro, le mie figlie, che hanno bisogno di me e mi aspettano a casa.
Ora lascio… ché le lacrime si stanno preparando per l’avanzata.
Un saluto a tutti e mi raccomando: STRINGIAMO I DENTI!!!
Cristiana
Ho avuto il piacere di conoscere Cristiana in reparto. Attraverso i suoi racconti ho conosciuto le sue bambine, il desiderio di tornare da loro era forte. Inutile dire che ha combattuto tanto..questo male lo abbiamo visto, a volte non dà via di scampo.. Ma sono contenta di averla portata con me nell’arcobaleno.
Un abbraccio al papà Franco, che è stato al suo fianco sempre, ogni istante, senza mai perderla di vista e nonno adorabile.
Cara Cristiana….lei è stata la prima compagna di stanza di mia figlia Silvia, e poi anche in un ricovero successivo sono state di nuovo insieme per quei lunghi giorni di ogni ricovero, e anche se erano così diverse per età, per situazione familiare, per carattere, si erano sentite subito vicine e si erano fatte buona compagnia insieme. Io ero con Silvia molte ore al giorno poichè, essendo minorenne, noi familiari avevamo la possibilità di rimanere di più con lei, e quindi ho avuto modo di conoscerla un pò più delle altre compagne di stanza di Silvia. Mi ricordo il grande amore per le sue bimbe, la sofferenza di poterle solo sentire per telefono, le prime parole della sua piccolina ascoltate solo al telefonino, e la preoccupazione di non poterle vedere crescere, anche se ha avuto due genitori splendidi, la mamma che era sempre impegnata con le sue nipotine piccolissime, che praticamente ha cresciuto lei, e il papà Franco che era per lei la roccia su cui appoggiarsi. Suo papà era il suo punto di riferimento, era lui che parlava con i medici, che le portava ciò di cui aveva bisogno, instancabile anche se doveva farsi lunghi chilometri da casa poichè sono di una località fuori Roma. La preoccupazione per il suo compagno che doveva lavorare….e anche la passione per le parole crociate, se mi ricordo bene, e i racconti delle prodezze del suo cane e i confronti con il nostro Zeus…ha affrontato il trapianto con tanta paura ma anche con tanta voglia di tornare finalmente dalle sue bimbe e definitivamente, ma così purtroppo non è stato. Spero che lei e Silvia si siano ritrovate in un giardino felice dove non esite dolore, malattia, rancore, cattiveria, ma solo gioia eterna e beatitudine con tutti.
Un dolce pensiero al suo ricordo mi strugge il cuore insieme al dolore per la perdita dei nostri cari. Un caro saluto alla sua famiglia da Laura
Leggo sempre le storie dell’arcobaleno ma in questo momento non riesco a dire niente le lacrime mi bagnano il viso ho solo tanta ammirazione per queste piccole(come Silvia) ma grandi donne un bacio nel vento ad entrambe ed un abbraccio ai genitori che devono affrontare tutto ciò
Ciao sig.ra Lauradp ciao sig. Franco
un angoscia che assale ogni volta che si ha queste brutte notizie…..giovani vite portate via ai suoi famigliari ….figli che rimangono senza mamma e io so’ cosa vuol dire…….. mia figlia ne ha lasciati due!perche’,mi chiedo….. cristiana,silvia,elena,chiara,alex,annamaria,paola…….
non e’ giusto!sofferenza….mescolata a voglia di continuare…camere sterili,isolamento……sono troppo arrabbiata!!!!!!!!!!!!!
sono vicino a tutti quelli che amano cristiana !!!!!!!!!!
un dolore immenso e non ci sono parole!
un abbraccio
Credo e crederò sempre che tutto quello che succede è perchè deve succedere,non è morale questo ma è semplicemente la mia filosofia di vita alla luce di tutti quegli insegnamenti che fin da piccola ho ricevuto……..perchè vi dico questo soloper poter dare una spigazione a dei genitori (i miei suoceri) ed a due bambine (le mie nipotine)dove una spigazione non c’è……..ora vorrei raccontarvi con poche semplici parole che persona fantastica era mia Cognata CRISTIANA.semplice affabbile sincera spontanea amorevole generosa…….solo chi non l’ha conosciuta può dire il contrario ed io lo so bene fidatevi,lo scoprire della sua malattia ci ha spiazzati tutti sopratutto i suoi genitori che tuttoranon si danno pace e non se ne daranno mai.ricordo ancora il giorno del suo primo ricovero all’ospedale regina apostolorum ad albano era terrorizzata ma ancora non sapevamo cosa stesse succedendo,mi ricordo che non voleva rimanere sola quella sera ed allora io per tranquillizzarla restai li con lei la prima la sconda la terza sera fino alla “sentenza ” dei dottori ricordoil dottore che venne verso di me e con aria dispiaciuta mi guardo e mi disse signora si tratta di leucemia dobbiamo trasferire sua cognata al PTV e da la il declino e la storia la conoscete tutti.dopo la sua morte non ho mai speso due parole per lei ed ora che sto provando a farlo vorrei solo dirgli che MI MANCA tanto e che gli voglio veramente bene,so che lei sta bene ma ho la piena convinzione che sarebbe stata meglio qui con le sue bimbe.avrei tante cose ancora da dire ma il nodo alla gola si sente ancora di più e non riesco ad andare avanti,solo una cosa riesco ancora a dirti TI VOGLIO BENE E TE NE VORRò SEMPRE amica mia. TUA COGNATA nicoletta……..
mi ha fatto capire cos’è la parola VITA…. così dice…. e così io ho davvero imparato. Rimango in silenzio davanti a queste parole e mi faccio forza, ogni persona che parla diventa un maestro per la mia esperienza… ciao anche a te,sappi che sei solo andata un po’avanti, io qui, anche se non ti conoscevo di persona, ma solo attraverso le tue parole, ti sento così vicina…un sorriso sincero, per dirti: GRAZIE! Ho imparato dagli Alpini che le parole vere,sono di poche lettere e hanno tanto significato, bastano a farti capire le mie emozioni! 🙂
Nel mese in cui ricorre il secondo anniversario della scomparsa di Cristiana, vorrei lasciare su questo spazio, oltre al ricordo e all’affetto perenne per lei, una poesia che volevo portare, quando Silvia sarebbe stata meglio, alle sue bimbe per pregare la sera per la loro mamma. Purtroppo ciò non è stato possibile, e la poesia è rimasta nel cassetto in questi lunghi mesi di dolore, poi qualche giorno fa è rispuntata e allora ho deciso di pubblicarla, finchè non troverò il modo e il coraggio di andare dai genitori e dalle bimbe di Cristiana, che nel frattempo abbraccio da lontano:
Piccola stella che brilli nel cielo
a te io affido ogni mio desiderio.
Non sei la più grande
né la più brillante
ma tu per me
sei la più importante
…e sai perchè?
ora ti svelo un segreto
tu sei la mia mamma
che splende nel cielo.
Un bacio grande grande sulle guancie di due bimbe senza mamma, da una mamma senza bimba.
Laura
cosa si può dire di una mamma morta a 32 anni, Coraggio a chi è restato in terra, e ricordarla sempre con il piu grande affetto.