Era il 29 Maggio 2018. Avevo 23 anni. In quella data entrai per la prima volta in ematologia con 38000 globuli bianchi e tutta una serie di asterischi nel referto dell’emocromo. I primi controlli e poi la diagnosi: Leucemia Mieloide Cronica.
A un mese e 8 giorni dal mio matrimonio, quando in progetto c’era un figlio.
“Signora, ora pensiamo alla vita. Non è il momento di pensare a una gravidanza”. Il mondo mi è crollato e la sola emozione che riuscivo a provare era la rabbia.
Sembrava tutto così semplice per i medici: “prendi queste pasticche e teniamo tutto sotto controllo”, ma i miei desideri, la maternità, quelli non venivano ascoltati né accolti. Mi dissero che il protocollo prevedeva 2 anni di terapia, altri 2 di consolidamento e poi si poteva provare a interrompere il farmaco.
Non andò così. La prima terapia non aveva effetto sul mio corpo, e con la seconda, sebbene fossi riuscita a raggiungere dei risultati decenti, non mi permetteva di pensare all’interruzione del farmaco “per guarigione”.
Ho cercato così di capire se dopo più di tre anni di trattamento si potesse riaprire la possibilità di una gravidanza: così, dopo 3 IUI e una icsi, sono riuscita a rimanere incinta.
Il percorso è stato estremamente lineare: ho ripreso la terapia farmacologica al 5 mese di gravidanza con l’interferone, che non aveva effetti sulla bimba e ho partorito il 15 Aprile 2022.
Ancora oggi proseguo lo stesso trattamento, il che mi permette di allattare senza problematiche…
la bimba, la nostra piccola Flavia, scoppia di salute ed è la bimba più bella del mondo (parola di mamma!).
Mai smettere di sognare e crederei nei propri desideri più profondi perché prima o poi si avverano!

E tra qualche mese, si inizierà a pensare al fratellino, perché si sa, due è meglio di uno 😊

Roberta

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