Ho conosciuto Maria Stella Marchetti, presidente di un’associazione che si occupa di pazienti colpiti da tumore del sangue, a un convegno sulle malattie ematologiche. Lei ne ha avuta una, prima senza cura, oggi guaribile. E’ tornata al lavoro e ha scoperto una seconda malattia: la burocrazia. <I medici della commissione invalidità ti vedono in apparenza sana, in piedi, dunque non ti riconoscono diritti. Dopo la chemio, sì viviamo, siamo vivi ma con un prezzo altissimo da pagare. Noi adulti molto spesso siamo dimenticati perché i riflettori sono puntati sui bambini. Esistono problemi enormi, come quello del rientro al lavoro, e l’essere giudicati da una commissione per l’invalidità che non sa neanche cosa è la leucemia. Ma per un adulto che ha fatto dosi massicce di chemioterapia vedersi togliere l’invalidità perché sta in piedi o perché la pressione è buona, è davvero sconvolgente>. Credo che questa testimonianza sia purtroppo comune a molti di voi. Se certe forme di leucemia non sono conosciute da chi deve assegnare l’invalidità all’Inps, figuriamoci le malattie rare. L’associazione di Maria Stella è <Arcobaleno per la speranza>.
Margherita de Bac
http://www.lemalattierare.info/l-arcobaleno-di-maria-stella/#more-5909
Secondo voi cosa succede dopo che un essere umano è passato attraverso la devastazione della malattia ? Nulla, assolutamente nulla. I sopravissuti e i congiunti, parenti, amici e affini di quelli che invece non ce l’hanno fatta vengono abbandonati a sè stessi, nel senso più classico della parola. Non parliamo delle umiliazioni subite durante la malattia, i controlli incrociati, perchè si sa, questo è il paese dei finti invalidi. Quindi nessuno si preoccupa di fare un controllo più approfondito, per caritá, seguiamo la prassi anche se davanti a noi non c’è un finto cieco ma bensì una persona in pericolo di vita. D’altronde la prassi è la prassi, pensate che stress per ‘sti “poveri” medici ( questi son proprio della mutua in tutti i sensi ) !!! Non sono tutti così, certamente. Quelli che hanno seguito mia moglie durante il suo calvario, sono dei missionari, più che medici. Ma veniamo al dunque. Chi sopravvive deve essere felice di essere ancora al mondo, un mondo che continua la sua folle corsa tritando quei pochi valori rimasti che si trova davanti in nome di un consumismo sfrenato. Un mondo al quale poco importa che devi ricominciare da zero con tutti gli annessi e connessi, il danno non è solo morale ma anche economico ! Molti, per non dire quasi tutti, perdono il lavoro e secondo voi chi assume un ex malato ? Chi sopravvive deve ricostruirsi una vita spesso con mille difficoltà. Con banche in perenne agguato, perchè a loro poco importa cosa ti è successo ma non perchè son senza cuore, ma perchè è il sistema che non ha più un cuore. Ma il sistema siamo noi !!! E questo é drammatico perchè tutti pensano che certe cose possano succedere solo agli altri ! Ma non è così, non è assolutamente così perché le famiglie che sono passate attraverso questo tunnel della morte sono sempre di più. In pratica chi sopravvive e chi è rimasto a leccarsi le ferite viene letteralmente abbandonato a se stesso perché molti pensano che tutto si risolva con la guarigione o con la morte, ma non é così, non è assolutamente così. Provare per credere !!! Si salvi chi puó !!! Viva l’Itaglia !!!
Io sono stato licenziato dopo 6 mesi dalla malattia. Percepivo un assegno di invalidità dei lavoratori dipendenti, ora mi è stato revocato, secondo l’Inps sono in perfetta forma. Quindi ora mi ritrovo senza nulla, sono vivo, questo si, ma con mille complicanze che ha lasciato la malattia. Ma andiamo avanti…