Salve a tutti!
Eccomi qui a raccontare la mia storia, su esplicito (e gradito!) invito di Stella, che mi ha casualmente aggiunto tra i suoi contatti di Facebook (ma come avrà fatto a trovarmi??  )
Mi chiamo Giorgia e ho 22 anni, abito a Roma. La mia storia inizia nell’ottobre del 2005 (avevo poco più di 19 anni), quando mia madre notò uno strano gonfiore alla base del collo. Subito controlli, ecografie varie, il mio medico di famiglia che nel frattempo mi spedì a fare controlli all’ematologia dell’Umberto I, avendo capito la situazione. Giunta lì mi hanno operato per fare la biopsia e per il prelievo del midollo (sentivo che comunque doveva essere qualcosa di grave; tempo prima avevo fatto un sogno in cui una strana donna mi diceva che dovevo morire, e piano piano scomparivo dalla foto che avevo sul cellulare. Evidentemente, il mio corpo stava cominciando a comunicare con me). Sono stata operata di lunedì, stavo organizzando da tempo un’uscita al palaghiaccio con gli amici, e la prima cosa che ho chiesto alle infermiere dopo l’iniezione di sedativo fu se potessi andare a pattinare il venerdì seguente! Penso che se la stanno ancora ridendo!! XD
Dopo i rituali 10-12 giorni di attesa, ho saputo l’esito della biopsia: linfoma di Hodgkin, stadio II A, cui sarebbe seguita la cura a base di 8 chemio (una ogni 15 giorni) e radio (per 15 giorni consecutivi). Avuta la notizia, mando il seguente sms al mio ragazzo di allora: “ciao, ho la malattia per la quale devo fare chemio e radio. Ci sentiamo quando torno a casa”, per il quale il ragazzo in oggetto avrebbe voluto mandarmi allegramente a quel paese, ma non lo fece perchè mi amava troppo! 🙂
All’epoca non sapevo neppure cosa fosse una chemio, l’avevo scambiata per la tac o qualcosa del genere, figuratevi un po’ se potevo sapere che ne esistevano di diverse!
Nel frattempo, nel reparto pediatrico dell’ematologia (perchè avevo meno di 21 anni), incontro un mio compagno di classe delle elementari, Alessandro, lui malato di leucemia. Pensare che da bambini gli piacevo, mi aveva disegnato un bigliettino di San Valentino che ho sempre con me nel portafogli, e diceva alla madre parlando di me “si convincerà!”… chissà se lo sa che è entrato a far parte della mia vita così intensamente!
Dicevo, Alessandro, che quando ha saputo quello che avevo, mettendolo a confronto con la sua leucemia (una forma particolare), mi disse che era “una passeggiata”. Me lo ricordo ancora, seduto su quella sedia, con i capelli che gli erano appena ricresciuti, leggere libri in inglese del suo autore preferito! Ricordo ancora la sua voce, la sua risata di quando eravamo bambini e giocavamo insieme nel giardino della scuola, ignari di tutto…
Mi dissero che dovevo tagliare i capelli, a me, che attendevo con impazienza che passasse qualche mese per poter vantare il fatto che mi arrivavano al fondoschiena! Ebbene, li tagliai, altezza mento, un bel taglio che poi imparai ad apprezzare, dopo lo shock iniziale (conservo ancora, è macabro lo so, le due trecce che la parrucchiera tagliò dalla mia foltissima chioma!). Promisi ai miei capelli (non sto scherzando!) che, se non fossero caduti troppo, li avrei di nuovo resi bellissimi facendoli allungare dopo le cure. Mi aiutò in questo l’odiosa “cuffia” piena di ghiaccio secco da dover tenere in testa per tutta la durata della chemio, a me che grazie alle mie carissime vene (che cominciarono a farmi male dalla prima seduta) la terapia poteva durare anche 2 ore piene! Fortuna che dopo i primi 5 minuti, dove ti sembra di aver sbattuto la testa contro un muro a 120 all’ora per circa 10 volte consecutive, l’effetto “muro” scompariva, tanto si era addormentata la testa. A ricordare quella cosa odiosa, mi viene ancora la nausea! :S
Fortuna che a farmi compagnia, oltre a mia madre e mio padre, c’era sempre Kikka, la mia migliore amica. La ringrazierò sempre per quel piccolo grande gesto che ogni 15 giorni compiva venendo in sala terapia!
Venne anche il mio ragazzo di allora alle ultime due terapie (di solito lavorava), e per poco non gli ho vomitato addosso… Povero! 🙁
Nel frattempo, riuscivo per mia fortuna a frequentare il primo anno di università, sostenuta anche dalle amiche appena trovate. Per un anno sono andata ai corsi in macchina (per lo meno ho imparato a guidare anche nel traffico più assurdo!), le lezioni perse le recuperavo dagli appunti presi dalle altre e studiavo insieme ad una mia amica, che mi ripeteva le cose da sapere. Sono riuscita a tenere comunque il passo con gli esami e questa è, credo, la più grande soddisfazione della mia vita, grazie anche al fatto che non ho avuto ricoveri, ma solo day hospital per gli esami e le cure. A terapie ultimate, avevo 10 kg in più rispetto a quando ero entrata, i capelli un po’ più radi e quelli della nuca, gli unici caduti visibilmente e completamente a causa della radio, sono poi ricresciuti “boccolosi” e morbidi, come quelli dei neonati. Ed è stata, in un certo senso una rinascita.
Finite le cure, mandai un sms ad Alessandro, dicendogli di sbrigarsi ad uscire dall’ospedale, che lo avremmo aspettato per fare una rimpatriata con gli amici delle elementari. Lui rispose che ci sarebbe voluto ancora un po’ di tempo.
Ogni volta che incontravo la madre in ospedale (lui di solito era in un reparto diverso da dove stavo io), vedevo i suoi occhi pieni di speranza, ed ero con lei. L’ultima volta che l’ho vista lì, mi disse che Ale aveva subito il trapianto del midollo, e che sembrava che tutto andava bene.
Ero in aula, pronta a sostenere un esame, quando sul cel lampeggia “Alessandro”. Stupita e contenta, vado in corridoio e rispondo “Ale!!” “Ciao, sono un amico di Alessandro, volevo dirti che stanotte è morto. Ci saranno i funerali..”
Ho iniziato a piangere a dirotto, rientro in aula e mi avvisano che nel frattempo era arrivata all’università mia madre, che aveva appena saputo anche lei la notizia da un’amica in comune.
Caso volle che il giorno dei funerali avessi una visita di controllo in ospedale, piangevo e volevo distruggere tutto. Avrei rimandato le visite per essere certa di fare in tempo ad andare in chiesa (io che non ci entravo dalla Cresima, e tutt’ora ne giro alla larga), se la mia dottoressa non me l’avesse proibito. Riesco comunque ad arrivare in tempo. La rimpatriata delle elementari l’aveva organizzata lui, a mia insaputa, dato che c’eravamo praticamente tutti. Ero arrabbiatissima con lui: fino a quel momento mi dava fiducia e tranquillità il fatto che stesse anche lui combattendo lì ogni volta che facevo terapia, mi faceva ritrovare la speranza e la determinazione per affrontare la situazione, a me che ho smesso di credere in Dio da tempo e affido a me stessa e alle persone care la fiducia e l’ottimismo che spesso mi contraddistinguono. Ero SICURA che ne saremmo usciti insieme, non so più in base a quale convinzione. Mi sono sentita tradita e insieme traditrice, per averlo abbandonato per la sua strada senza avergli mai fatto capire quanto fosse importante per me la sua presenza. Mi chiedo ancora cosa sarebbe successo se fosse morto prima che io finissi tutte le cure… Sicuramente sarebbe stato tutto più difficile, come è più difficile ora ricordare quel periodo.
Scusate, ho scritto un sacco di roba…
Un ultimo ringraziamento alle persone che mi sono state vicine, al personale medico e volontario dell’ematologia di Via Benevento a Roma, in particolare alla psicologa che mi ha seguito e sopportato per 2 anni, ai bambini del reparto pediatrico, che con i loro occhi e i loro sorrisi hanno reso meno tristi le mie giornate lì. Spero che possano tutti guarire senza dover portare sempre dentro il peso di ciò che hanno ingiustamente vissuto.
G.

16 commenti

  1. carissima Giorgia,ho letto la tua storia e credo sia importante che tu la faccia leggere a quanti più posibile. Anche se ciò non riporterà indietro gli amici ora che ti guardano dal Cielo servirà di certo a rinfrescare il profondo valore del senso della vita. Ti meriti tutta pace e l’amore di questo mondo. Buona strada e che Dio ti benedica.

  2. Oi grazie! Infatti tra qualche giorno la pubblicherò anche qui su OkNo, per quelli che avranno la voglia e la pazienza di leggerla! 😉 Purtroppo non è possibile far tornare in vita le persone, ma credo sia importante far arrivare queste esperienze alle persone che si ritengono immuni da questo tipo di cose. Bisogna far sapere in giro che la vita può davvero cambiare da un momento all’altro, e che si potrà avere bisogno a nostra volta di una donazione di sangue! Grazie ancora per il tuo sostegno! Per quanto riguarda l’amore devo dire che il mio Lui mi sa ricoprire di tutto l’affetto di cui ho bisogno, per la pace, diciamo che in questo periodo sono io che non la cerco! 😀
    PS: non scomodare Dio per me, gli direi di occuparsi prima di tante altre persone che credono in Lui! 😉

  3. Cara Giorgia,
    per ognuno dei miei compagni di sventura che non ce l’hanno fatta, ho sofferto ed ho pianto molte lacrime. Eppure li avevo conosciuti da poco; in quei frangenti, però, chi soffre con te e come te diventa la tua famiglia. Le nostre chiacchiere all’ora del tè nella saletta pazienti rimarranno per sempre nel mio cuore. Oltre a Stella ed a me c’erano anche Myrna, Valentina, Barbara, Valentina ed a volte anche Milo… Di tutti questi che ti ho nominato siamo rimaste da sole Stella ed io ma li portiamo tutti nel cuore e quando il nostro ricordo va a loro una lacrima scende sempre dai nostri occhi.
    Immagino quanto debba essere stato difficile per te perdere Alessandro e quanto tu debba aver sofferto.
    Dare vita al libro e mettere su questo sito è stato per noi un rimanere accanto a loro. Ricordo sia Valentina che Barbara (che ho visto entrambe due o tre giorni prima che andassero via) dirmi di continuare a lottare e di non mollare mai e soprattutto esprimermi la loro gioia nel vedere che seppur lentamente mi stavo riprendendo. Combatto ogni giorno anche per loro e cerco di immaginare cosa avrebbero potuto fare loro per darci una mano: qualcosa la stanno facendo vegliano su di noi e ci sostengono nei momenti difficili. Così come Ale continua a tenerti per mano.
    In bocca al lupo per la tua vita e per il tuo amore… e se non cerchi la pace è perchè forse l’hai già trovata!!
    Un abbraccio

  4. Cara Daniela,
    mi dispiace molto per i tuoi compagni di sventura. Dev’essere stata (e dev’esserlo tutt’ora) veramente dura…
    Io non ho avuto esperienza di reparto vera e propria, come ho scritto andavo in ospedale (e tutt’ora, ogni 6 mesi, vado per controlli) solo per una giornata, poi tornavo a casa. Stavo male solo il giorno della terapia e un po’ quello seguente, ed in confronto a tante altre malattie riconosco che sul serio la mia è stata “una passeggiata”. Non conoscevo di persona altri pazienti oltre ad Ale e una certa Martina, di cui però non ho notizie (dopo la prova della maschera per la radio, non l’ho più vista), e neppure ne ho chieste: un po’ per paura (aveva anche lei il linfoma di Hodgkin ma ad uno stadio più avanzato del mio)… anzi, SOLO per paura.
    Non ci crederai, ho parlato con Alessandro pochissime volte. Dopo le elementari ci eravamo un po’ persi di vista; frequentavamo gli stessi istituti (anche al liceo) ma in classi diverse e non eravamo amici nel senso vero del termine. Credo però che per tutto il mio percorso terapeutico io abbia sovrapposto le due figure, la mia e la sua. Per farmi forza, pensavo a lui che sicuramente lottava più forte di me, e credevo di farmi forza per entrambi. Insomma, credevo che se fossi stata forte, Ale mi avrebbe pensato (come io pensavo a lui) e si sarebbe fatto forte insieme a me. In ospedale io e lui ci siamo incontrati solo 2 volte in 8 mesi, e neppure abbiamo chiacchierato chissà quanto. Poi l’sms, perchè non ho avuto neppure il coraggio di chiamarlo direttamente.
    In pratica, non avevo motivo di pensare quello che invece credevo fosse ovvio e lampante, ma me ne sono accorta solo quando ho saputo che era morto.
    E’ stata dura per me realizzare che i nostri percorsi erano divisi fin dall’inizio, stupida l’idea che il mio linfoma potesse essere paragonato alla sua leucemia, stupido pensare che ce l’avremmo sicuramente fatta entrambi. Di conseguenza, “cade uno, cade pure l’altro”.
    Ora, dopo un anno in più di sedute dalla psicologa (che mi ha aiutata non poco!), sono riuscita a superare quella fase di “sovrapposizione” (il mio ex, non riuscendo a comprendere, arrivò a pensare che fossi innamorata di Alessandro) e aspetto che passino i 5 anni famosi dalla fine della cura per poter dire di esserne uscita veramente.
    Sono sicura che mi sta vicino, e che si godeva lo spettacolo dall’alto quando sono andata al concerto dei Genesis organizzato qui a Roma un anno dopo la sua morte. Neanche a farlo apposta, l’ultima canzone in scaletta era proprio quella con cui ci ha salutato in chiesa.
    …magari ora sta suonando una mega batteria e rompendo i timpani alle anime degli anziani, poveretti! 😀
    Crepi il lupo, e mi raccomando un grosso in bocca al lupo anche a te!
    Un pensiero volante da parte mia va anche a Valentina, Barbara, Myrna, Valentina e Milo, che ti sostengono e, ne sono sicura, ridono insieme a te quando ricordi i bei momenti passati insieme! 🙂
    Un abbraccio forte forte!!

    PS: per quanto riguarda il libro, ho già detto a Stella di farmi sapere quando e dove posso trovarlo! 😉

  5. Ciao Giorgia 🙂 anche a te ben arrivata nell’arcobaleno della speranza. Ti scrivo solo due righe, per non essere logorroica anche io ahaha scherzo naturalmente. Grazie per il tuo pensiero volante per gli amici che non ci sono più. Sicuramete meglio è stato per te non fare la vita di reparto, è vero che si condividono tante cose, ma poi ci sono dei segni che rimangono indelebili.

  6. Bentrovate a voi! Immagino… Della vita di reparto di Ale so praticamente solo quello che mi raccontò la madre, ossia che iniziò a tirare di tutto appresso ai pagliacci giunti per far divertire i bambini del pediatrico ed entrati anche nella sua stanza! 😀
    Chissà cosa avrà combinato alle insegnanti che gironzolavano per l’ospedale, e che chiesero anche a me che classe frequentavo! 😀

  7. Per me Dio lo hanno fatto scomodare le altre persone, e sono felice che lo abbiano fatto, perchè ho capito quanto ero importante per loro, dato che venivo ricordata nelle preghiere in quasi tutta Italia, e talmente erano le persone e le preghiere che forse si sarà anche stufato di sentire il mio nome…:-) che mi ha aiutato ad allontanarmi da questa malattia pur di non sentirmi più nominare
    Sono felice che qualcuno lo abbia fatto per me e continuerò a ringraziare chiunque l’abbia fatto, perchè io in quel momento non riuscivo a farlo, anche se sò che in silenzio cercavo il Suo aiuto.

  8. Carissima Giorgia, mi fa molto piacere fare la tua conoscenza, anche se solo telematicamente.
    Io sono una di quelle persone che ha fatto “scomodare” Dio per Stella: mi sa che nei cieli, il nome “Stella” brillava più di tutte gli astri del firmamento, per tutte le volte che l’abbiamo nominata!!!

    Mi ha fatto sorridere bonariamente, una frase che hai scritto nel p.s.: “non scomodare Dio per me, gli direi di occuparsi prima di tante altre persone che credono in Lui!”
    Sai… davvero Dio non fa differenza di persone. E’ un po’ come il sole e come la pioggia: se ci sono, sono per tutti,anche per chi…non crede che loro esistano!
    Uno, però,è libero di mettere sulla propria testa l’ombrello: in quel caso impedisce al sole di scaldarlo e alla pioggia di bagnarlo ma…sole e pioggia continuano ad esistere!!!
    Ti dico questo perchè l’ho sperimentato personalmente. Ho dato la mia vita per Lui, tutta la mia vita e l’ho data proprio perchè ho sentito il suo calore nelle giornate gelide e la sua frescura nelle giornate aride.
    Per questo, ho deciso di scomodare Dio anche per te…tanto oramai ci è abituato!!!
    Un abbraccione!
    Simona

    p.s. Se vuoi vedere la mia brutta faccia, visto che qui non si possono mettere foto, via sul nostro sito: apostolevitainteriore.it e nella parte “English” c’è la mia storia e la mia foto.

  9. Per Stella:
    Condivido ogni tua frase. Come già ti avevo anticipato in privato, anche io sono grata a tutte le persone che hanno pregato per me e che continuano a farlo, non voglio affatto sminuire l’importanza che questo ha, anche e soprattutto perchè a me per prima ha fatto piacere sapere di essere tra i pensieri più intimi di quelle persone. Il fatto è che a me non interessa se mi pensano invocando Dio, Allah o magari pensano intensamente a me e basta. Tutto qui.

    Per Simona:
    Fa piacere anche a me conoscere te! 🙂
    Mi è piaciuta molto la metafora del sole e della pioggia, rende l’idea della forza della tua fede, che sinceramente ammiro. Per continuare su quella metafora, posso dirti che io non ho ombrelli; solo, non ringrazio nessuno per quel sole e quella pioggia, ma mi godo il sole per meglio affrontare i momenti di pioggia. Sai, per come vedo io la mia vita, l’idea dell’esistenza di Dio mi “destabilizza”. Nel senso che sapere che esiste un Dio che ha già in qualche modo deciso tutto mi demotiva. Io voglio contare su me stessa, sulle mie forze e sull’eventuale appoggio degli altri per realizzarmi (e ci vuole anche un po’ di fortuna!); se pregassi Dio, che so, per farmi passare l’esame unversitario, mi verrebbe da chiedermi se non sia stato solo per quello che l’ho passato, oppure se sia mancato il Suo appoggio in quel momento se non lo passo. Se invece mi affido solo a me stessa, so che se studio passo, se sono fortunata può essere che lo passo anche senza aver studiato gran che, ma se non lo passo vuol dire che non mi sono impegnata abbastanza, quindi devo rimboccarmi le maniche e porre rimedio. In questo senso, è una questione di attribuzioni di merito.
    In senso più lato, poi, senza andare troppo nell’intimità della propria idea, mi trovo contraria alla Chiesa, intesa come Vaticano, sia da un punto di vista politico (perchè, senza troppi discorsi, bisogna ammettere che il Vaticano condiziona molto spesso e molto pesantemente le decisioni politiche del nostro Stato “laico”), sia da un punto di vista religioso (per spiegarmi meglio: l’idea che di solito viene data di Dio). Per fare qualche esempio: sono favorevole ai matrimoni omosessuali, sono contraria alla copertura da parte della Chiesa dei preti pedofili; sono favorevole all’aborto se la gestante lo ritiene opportuno, sono contraria al mantenimento in vita dei casi come Eluana; eccetera eccetera.
    Ora, non vorrei aprire una discussione su questo (però mi sa che l’ho già fatto :S ), anche perchè non è la sede adatta, nè voglio polemizzare personalmente con te, contro cui non ho nulla. Frequento un’università cattolica (ci crederesti? 😉 ) e so quanto di solito sono diverse le persone che operano “dal basso” rispetto ai vescovi, prelati e quant’altro (ho delle amiche suore che sono semplicemente fantastiche!). So anche però che per essere “bravi cattolici” si deve credere alla Chiesa (il “Credo” recita così), e questo proprio non lo posso accettare, al di là poi del discorso sull’esistenza di Dio o meno.

    Allora grazie del tuo pensiero, se lo scomodi anche per me! 🙂

    PS: sono andata sul sito, e ho visto la tua “brutta faccia”, che brutta non è! 😉 L’unica cosa è che, pur cliccando sul tuo nome, non si è aperta la pagina con la tua storia 🙁
    Mi sa che chiederò a Stella la tua mail!
    Per gli smile, devi digitare lo smile che vuoi. Per esempio, se vuoi un sorriso, devi digitare i due punti e subito dopo la parentesi chiusa; se invece vuoi una risata, due punti e una D maiuscola; se vuoi un faccino triste, due punti e parentesi aperta, e così via!

    Abbraccio anche a te, a presto!

    Giorgia

  10. Grazie Giorgia per la tua lunghissima risposta!
    Ho apprezzato molto il tempo che mi hai dedicato. 🙂
    E’ vero, non è la sede adatta per discutere di temi così importanti.
    Un solo pensiero mi nasce dal cuore, leggendo quello che hai scritto: in un Dio così, che decide tutto e che non lascia spazio, non credo nemmeno io!
    Il Dio che conosco, è un Dio vicino; un Dio che mi sostiene e che mi dà la gioia della Sua presenza. No, non decide Lui: decidiamo insieme; e questo è semplicemente meraviglioso!
    E’ vero, è sempre Lui “a cominciare”;a donare il Suo amore.
    Amore che non obbliga: non sarebbe amore.
    E’ un Amore che libera, altrimenti non l’avrei mai seguito. Che ci faccio con un despota?

    Scrivimi. Mi fai un immenso piacere!
    Un abbraccio

  11. Figurati, Simona!
    E’ un argomento su cui ho riflettuto molto e continuo a riflettere, quindi ci tengo a che le mie idee vengano comprese, e che non si pensi che la mia sia una presa di posizione e basta.
    Ora chiedo il tuo indirizzo mail a Stella, così continuiamo in privato! 😉
    A presto!

    Giorgia

  12. ciao mela, io ti conosco così.
    per caso ho trovato questo racconto, non potevo immaginare…
    bhè passiamo al sodo, sai qual’è la cosa che mi ha colpito in tutto il tuo lungo discorso?
    il punto esclamativo nel titolo.
    magari è una cosa stupida, ma quel punto esclamativo riassume tutto.
    la sensazione che ho avuto è quella di avere davanti un simbolo di rivincita, l’andare fieri a testa alta contro tutto, perdere una parte della propria vita e riacquistarla fieramente anche attraverso la conoscenza di quello che mai avresti voluto conoscere.
    mi permetto di dirti che la malattia è come fosse uno spartiacque o nuovo inizio o inizio di vita visto che sei ed eri così giovane e alessandro è un traghettatore e il tuo punto esclamativo.
    splendide parole le tue, coinvolgenti e piene…
    ti auguro tutto il meglio

    ciao alessia
    p.s.:scusa la psicologia spicciola…

  13. Ciao Alessia!
    Da come parli sembra che in qualche modo mi conosci anche “fuori” di qui, ma non ho capito bene! (sono un po’ rinco :D)
    Premesso che il titolo l’ha messo Stella, posso però dirti che ha centrato in pieno il succo del discorso! 😉
    La mia esperienza ha avuto esito positivo, ora sono sicuramente una persona diversa da quella che ero prima, sono più spigliata, più intraprendente, azzardo anche più menefreghista rispetto ai giudizi degli altri e alle persone che non si meritano attenzioni. Prima non sarei stata così intransigente su alcune cose. “Andare fieri a testa alta contro tutto”: cito questa tua frase perchè sento che mi rappresenta parecchio.. magari poi sbaglio e mi rompo la testa contro un muro, ma ho deciso di vivermi appieno ciò che desidero! 🙂
    ..e finora posso dire di ritenermi una persona felice 😀

    Hihihi, in verità Ale per parecchio tempo (e a volte anche ora) è stato il mio punto interrogativo! 😀
    Però allo stesso tempo non so cosa avrei fatto se non ci fosse stato lui.. e non so cosa avrei fatto se fosse stato vinto prima..

    Spero sarà davvero il mio traghettatore, un giorno! 😉

    Grazie per il commento, davvero molto dolce e gradito! 🙂

    Mela

    PS. non avevi bisogno di scusarti di nulla! 😉

Lascia un commento