Ripartire quest’anno non è stato semplice. Ogni progetto ha bisogno di radici, di un luogo sicuro in cui crescere, e trovare per le donne La casa di ciascuna è una sfida complessa. Far comprendere quanto sia necessario uno spazio di ascolto, accoglienza, memoria è faticoso. Ma il bisogno di raccontare e dare voce a chi resiste è potentissimo. Da qui il conflitto, tra il desiderio di costruire e le difficoltà incontrate, l’idea su cui lavorare. Una riflessione più ampia e universale: le donne, da sempre, vivono in trincea, in ogni tempo e querra, interiore o collettiva. Invisibili ma insostituibili.

Da sempre combattono: con il corpo, la voce, il silenzio. Per la vita, nella vita. Resistono, curano, tramandano memoria.

Donne in tempo di querra nasce dalla necessità di raccontare il ruolo invisibile delle donne nei conflitti di ogni epoca. Madri, figlie, infermiere, partigiane, messaggere, prigioniere, vittime, ma mai carnefici. Ogni guerra è anche una guerra delle donne, perché lascia cicatrici nei loro corpi, anime, case e storie. Ma non sono solo spettatrici: la loro azione è resistenza, il loro gesto cura, il loro coraggio trasforma. Anche il teatro è resistenza: non si limita a raccontare, diventa azione, urgenza, necessità. Se la guerra distrugge, il teatro ricostruisce. Se la guerra spezza, il teatro ricuce. Se la guerra uccide, il leatro dà vita. E le donne, da sempre in trincea, continuano a combattere. E a curare.

Caterina Vertova

La casa di ciascuna non è solo un percorso di riabilitazione e cura, ma un atto di restituzione di dignità e giustizia alle donne. Il training teatrale si configura come una forma di rinascita, un rimborso emotivo e spirituale che ridona voce e consapevolezza a chi l’aveva persa. Il teatro è lo strumento con cui queste donne ricostruiscono la propria identità, rafforzano l’autostima e si riappropriano di un posto nel mondo.
Il teatro è verità, e sul palcoscenico le donne spogliano le loro anime per ritrovare la propria essenza, senza paura di essere giudicate. O, per usare le parole di Pasolini, il teatro diventa una forma di resistenza, un atto di rivoluzione interiore che consente loro di emergere dal buio dell’isolamento e della sofferenza.

 

 

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