Anno 2011, da qualche mese stavo facendo delle indagini per una sospetta bronchite cronica. Tosse insistente e dimagrimento (che in fin dei conti stavo facendo io stesso), accompagnati da febbricola intermittente. Tuttavia, dopo una TAC e quindi un eco-addome, mi diagnosticarono parecchi linfonodi ingrossati in più parti dell’addome, appunto. Il mondo mi crollò addosso!
Sconforto totale, anche perché nella mia vita ho sempre sperato che mai e poi mai avrei dovuto andare a finire in un ospedale. Avevo il terrore, specie di una sala operatoria. Con questo stato d’animo mi hanno ricoverato e subito dopo due giorni fui letteralmente spedito dalla Sicilia a Pavia, per essere ricoverato nel reparto di Onco Ematologia del Policlinico San Matteo.
Prima di partire, con quello stato d’animo e con la consapevolezza che mi aspettava qualcosa di veramente brutto, mi balenò per un attimo il pensiero di farla finita…
Arrivai con un fardello molto pesante e quando scesi dalla navetta, davanti quell’ingresso di quel reparto, pensai tristemente solo ad una cosa: “chissà se ne esco vivo da qui…”.
Sono un credente, ma in quel periodo la mia fede vacillava ed ero molto scoraggiato.
Però, con decisione e con molto pathos ho iniziato anche a pregare…
Intanto, mi fu detto subito che la mia milza era già “partita” a causa di quello che poi si è rivelato un Linfoma NH di tipo B.
È stato importante il colloquio con il chirurgo che precedette l’operazione. Mi rassicurò, mentre io iniziavo ad avere fiducia… Fui quindi operato e mi ricordo come entrai in sala operatoria con il sorriso… non mi rendevo conto che “qualcuno” mi stava già accompagnando.
Intervento di 6 ore molto complesso, mi dissero… ma tutto andò bene.
Mia moglie che non mi ha mai lasciato da solo, mi dava coraggio e io più ne ricevevo e più ne avevo!
Ho superato due brutti momenti dopo quell’intervento: un calo inspiegabile dell’emoglobina prima (ringrazio con tutto il cuore gli “angeli” che predisposero quelle tre sacche di sangue!) ed una crisi respiratoria dopo. Ma ce l’abbiamo fatta.
Poi il percorso della chemio… devastante di sicuro, ma con la mia tenacia e la voglia di farcela, ho superato anche quella.
Il tutto, lontano da casa, dai miei affetti e da tutti gli amici che comunque continuavano a telefonarmi per avere notizie.
Una Tac di controllo, dopo il 4° ciclo di chemio, stabilì che il problema stava regredendo!!!
Che gioia incontenibile!
Mi sono impegnato ancora per concludere quel percorso poco simpatico, ma ho cercato di raccogliere tutte le mie forze, per farcela, per cercare di vincere.
Un radiologo ebbe a dirmi: “tu hai un cane attaccato che vuole sbranarti. Devi essere tu, invece, a sbranare lui, perché ce la puoi fare!”.
Io pensavo soltanto al desiderio di tornare a casa, dalle mie figlie e questo mi bastava per essere collaborativo e positivo allo stesso tempo, verso quello che ho affrontato.
Con tantissima pazienza e tanta accettazione, ho potuto sopportare anche la chemio. Quando ne venivo sottoposto, vedevo molti miei compagni di viaggio che stavano male o che reagivano negativamente… io no! Mentre avevo le flebo attaccate, mangiavo biscotti, dormivo, giocavo con un pc portatile, rispondevo al cell.
Dopo ogni ciclo, c’erano sempre gli effetti collaterali che non sto qui a descrivere, ma è passato tutto!!! Ringraziando Dio e tutti coloro i quali si sono presi cura di me, è passato tutto!
Oggi, anche dopo un infarto di due anni fa, sto bene.
Anche quello, superato alla grande, sempre con fede e fiducia nella medicina.
Sto bene. Mi sto godendo la vita, perché dopo quest’esperienza la visione delle cose è ben altra!
Quando sento qualcuno che sta male, a causa della malattia ne soffro, ma cerco sempre di incoraggiare, perché ho capito che siamo fatti per combattere. Bisogna solo combattere. Possiamo combattere.
Solo in questo modo si può sperare di vincere.
Non dimentico mai quello che mi disse il primario di quel reparto di Pavia, quando andai a salutarlo: “lei non deve ringraziare noi, ma deve ringraziare sé stesso, perché ha “lavorato bene di testa”!
Oggi, quando una volta l’anno torno a Pavia per i controlli, è bello rivedere i volti di chi si è reso cura di me, è bello anche rivedere quei luoghi dove ho vissuto quella sofferenza, ma è anche bello poter “celebrare” la vittoria!
Salvo
Foto di: Sara Benucci