Ma chi l’ha detto che un malato di cancro ha solo un desiderio? Lui di desideri ne ha 1001.
Che ne sa la gente delle scene che ogni giorno un malato è costretto a vedere, dei rumori che ogni notte è costretto a sentire?
Che ne sa la gente che non si tratta solo di morte, ma è dolore, agonia, incertezza, qualcosa di più subdolo e lento che consuma non solo il corpo, ma la mente sua, dei suoi familiari e dei suoi amici?
Che ne sa la gente di un malato che non sa più coniugare un verbo al futuro, non sa pronunciare più la parola “domani”, non sa più riconoscere i colori perchè gli unici che vede per giorni interi sono il bianco e il verde dei camici?
Che ne sa la gente di un malato che appena apre gli occhi la mattina si chiede se sia ancora vivo, sentendosi il battito del cuore e ascoltandosi il respiro? E che ne sanno della paura e dell’ansia che gli viene quando il medico gli si presenta davanti e gli porta una busta con i risultati degli esami che come dei giudici hanno deciso se spedirlo lassù o lasciarlo ancora qualche mese, qualche anno qui?
Che ne sa la gente della solitudine di un malato e dell’impossibilità di vedere per settimane intere i propri cari?
Che ne sa la gente delle incertezze che vive il malato, di come basti una parola a far cadere castelli di speranza, di come non sappia più guardare l’orologio perchè il suo tempo è scandito in base alla durata della flebo o della trasfusione?
Che ne sanno delle difficoltà di sentirsi diverso, di aver perso una propria identità, esteriorità e fisicità? E che ne sanno di quanto possa diventare difficile una telefonata perchè non ce la si fa nemmeno a parlare? O che ne sanno di quanto possa diventare asettica la visita di un familiare, perchè i guanti e la mascherina impediscono ogni tipo di contatto fisico?
E allora su, almeno domani che è la giornata per la ricerca sul cancro, sforziamoci, e impegnamoci concretamente a dare un aiuto.
Non ci vuole molto, davvero. Con tutte le nostre debolezze e paure umani, a volte per un malato possiamo fare più di quanto non immaginiamo. Basta volerlo.
Maria (volontaria)
Niente di più vero, nessuno sa cosa significhi essere malato di tumore, in special modo se il tumore si chiama leucemia, linfoma o mieloma.
Dico sempre agli amici pazienti che solo chi ci passa sa, sa come cambia la vita, sa che significano gli effetti collaterali della chemio, sa come il cervello, se pur prigioniero in una stanza e della malattia, deve, assolutamente deve, trovare qualcosa che lo faccia sentire libero, pensare che la vita sta solo prendendosi una pausa, poi tutto riprende, i progetti, la vita in famiglia, il cibo, quando ti porta fuori il cibo! Pensare alle cose più disparate, buone, meno buone, stranezze dell’ammalato di tumore, in modo speciale se il tumore è…..La gente non sa, è verissimo, LA GENTE DELL?ARCOBALENO invece SA’ altrochè se SA’, ecco perchè OFFRE IL SUO ABBRACCIO, perchè sa come cambia la vita di un ammalato di tumore, e tutti insieme diamo l’affetto a tutti gli amici ammalati, stringendoci a loro come per formare una barriera contro la disperazione che, secondo me è il peggiore dei sentimenti, perchè è quello seguito dal lasciarsi andare, MAI, MAI e POI MAI, lottare fino ed oltre le possibilità, possibile solo con dentro il cuore il sentimento che può aiutarci a guarire, e per questo non deve mai mancare: LA SPERANZA!!!!!