Non è una storia di lotta contro i tumori del sangue, ma ci piace comunque condividerla perché rappresenta forza e speranza..
L’artrite idiopatica giovanile poliarticolare si è presentata nella mia vita quando avevo 17 mesi. Un giorno, improvvisamente, non riuscivo a camminare, raccontano i miei genitori.
Chi mi ha accompagnato più o meno da quel periodo fino a un paio di anni fa, ne ho 20, è stata la dottoressa Elisabetta Cortis.
Che colpo quando mi ha detto che ero diventata grande e dovevo cambiare.
Passare con gli adulti, dalla dottoressa Donatella Fiore.
L’esame di maturità, in confronto alla transizione, una vera passeggiata. Perché quando vai negli ambulatori pediatrici sei sempre un bambino, i genitori che ti tengono per mano, tu che non devi capire nulla.
Come cambi chiedi a mamma e papà di continuare a venire nello studio ma in cuor tuo sai che è arrivato il momento della responsabilità, che devi tenere le orecchie dritte, che devi prendere la tua vita in mano.
Eppure di momenti difficili ne ho passati, chissà come mai ci si sente grandi solo quando cambi ospedale! I dolori si sono presentati diverse volte e con diversa intensità alle ginocchia ( al liceo anche 4-5 mesi con le stampelle), ai gomiti, ai polsi.
Periodi duri, uscivo poco, stavo male davvero.
Nuotavo, nuotavo, nuotavo. Nessun altro sport.
Che strano, vivendo cosi, lo spostamento da un ambulatorio all’altro preoccupa. Ma si supera, la vita si trasforma.
Comunque, confesso, chiedo ancora di essere accompagnata come quando ero piccola.
Ora non sono più neppure una liceale, ma una studentessa universitaria di Chimica. Mi vedo in un laboratorio a lavorare, mi piace la chimica anche se lo studio è molto impegnativo.
Lo so cosa state pensando, in un laboratorio si sta tanto in piedi.. ma uno sgabello alto, per me ci sarà, no?
In foto Alessandra insieme alle persone che si sono prese cura di lei.