UNA “VECCHIA” LETTERA, PER FAR COMPRENDERE QUANTO SIA IMPORTANTE “DONARSI” AI MENO FORTUNATI ….
15 marzo 2010
Dopo alcuni mesi trovo il coraggio di scrivere queste righe sulla malattia di mio figlio .
Lo avessi fatto prima, sarebbero state solo parole di dolore, senza speranza e profondamente tristi.
Ora, vediamo che la terapia, iniziata diverse settimane fa’, sta dando qualche risultato ed in un certo modo siamo più sereni.
Stiamo iniziando a vedere un po’ oltre. Iniziamo a sperare in una ripresa che fino a pochi giorni fa’ sembrava non arrivare.
Tutto è incominciato all’improvviso. Si sa che esistono certe patologie.
Dai giornali e dalla televisione si apprendono notizie su rare e gravi forme di malattia e se i pazienti sono bambini, difficilmente riesci a non provare un senso di compassione e di sconforto.
Ma come per tutte le cose spiacevoli , mai pensi che un giorno potrebbero toccarti così da vicino.
E invece può capitare che un giorno tu, oppure il tuo piccolo bambino, ci si ammali.
Subito non ci si rende conto. Ci si chiede il motivo. Si rimane spiazzati.
Quello che pensavi potesse capitare solo ad altri, in paesi lontani o in situazioni di difficoltà invece può arrivare a segnare la tua vita.
Il più delle volte non riesci a trovare il motivo o la causa e il fatto sembra ancora più assurdo.
Sei convinto di vivere un breve incubo. Sei quasi certo che queste cose non possano succedere a te.
Poi, poco alla volta prendi coscienza e inizi a capire che la triste realtà è quella che purtroppo stai vivendo. E inizia il buio.
Non c’è più niente che abbia valore.
Cadono in un istante tutti i progetti.
Di colpo non riesci più a pensare e nessuna parola ti ridà la forza di guardare avanti.
Inizi a parlare di malattia. Inizi a pensare alla malattia.
Mille volte ti chiedi cosa puoi fare e sembra un paradosso trovarsi impotenti di fronte ad eventi così drammatici.
Fino a ieri, nel mondo dei sani, una risposta ai dubbi e alle incertezze l’hai sempre trovata, magari sbagliata, ma hai sempre avuto numerose scelte.
Con la malattia invece ti rendi conto che l’ammalato volontariamente può fare poco;
sta al suo corpo opporsi e mettere in gioco le forze e le difese di cui dispone.
E subentra allora la speranza.
Nel nostro caso la speranza dipende soprattutto dalla generosità altrui.
Apprendi che per la malattia di tuo figlio, tra le varie cure, esiste il trapianto di midollo osseo da donatore.
Queste mie parole vorrei arrivassero al cuore di chi legge per far pensare e riflettere sulle centinaia di situazioni simili, in cui sovente la terapia consiste nel trapianto di midollo donato da volontari .
E’ la legge delle probabilità e della fortuna. Non sempre si riesce a trovare un donatore. Nel mondo sono veramente tanti, ma purtroppo non sono sempre sufficienti.
Forse mio figlio, se le cose andranno bene, non ne avrà bisogno, ma sicuramente ci sono altri bimbi e famiglie che aspettano e pregano di trovare un donatore compatibile.
Vorrei che la gente sapesse questo. Che sapesse e che si sentisse di compiere un gesto straordinario. Non per pietà ma per profondo altruismo.
Donare il proprio midollo non è un gesto comune. E’ una cosa straordinaria poter offrire speranza a chi vede solo il dolore davanti a se.
Non ho mai chiesto nulla a nessuno. Ora mi sento in dovere di lanciare questo appello, dando voce a chi non trova forza e parole in momenti così difficili.
Grazie per aver dedicato il Vostro tempo a questa lettura ed un grazie infinito a tutti coloro che si prodigano alle cure di mio figlio e di tutti gli altri piccolini che stiamo incontrando.
Roberto G.