anche io come voi ho visto l’arcobaleno!
Da una camera sterile dell’ospedale di Cuneo, reparto ematologia.
Mi chiamo Sabina ho 36 anni e il 9 maggio 2007 ho scoperto in modo improvviso e casuale di avere la leucemia.
Non avevo sintomi, un brusco movimento e uno strappo al ginocchio.
Lunedì RMN, martedì esiti in cui ai danni dovuti al trauma si consigliano esami ematochimici (e lì nel mio cuore ho sentito che la situazione era grave), mercoledì mattina costringo il mio medico a mandarmi a fare analisi e lui molto scettico mi accontenta. Alle undici arriva la telefonata dell’ospedale, leucemia acuta, ricovero immediato.
Per me è stato il buio, sai che certe cose succedono ma non pensi mai che possono succedere a te. Ho pianto lacrime di rabbia, ho urlato, ho detto parolacce, ma ho deciso in quegli istanti di provare a non morire.
Un giorno iniziato come tanti altri si è trasformato in un incubo.
Sono la mamma di due bambini piccoli, Giacomo 6 anni e Margherita 4, un bacio dato tra le lacrime che poteva essere l’ultimo.
All’ospedale sono entrata subito in camera sterile, prelievo di midollo, biopsia ossea e attesa per sapere con precisione di quale forma di leucemia si trattasse.
E l’esito non è stato incoraggiante: leucemia linfoblastica acuta philadelphia +.
Ho iniziato subito un ciclo di chemio, e proprio in quei giorni nel silenzio della mia camera dopo un forte temporale è apparso l’arcobaleno!
L’ ho fotografato e ho spedito la foto a mio marito, quello era il nostro segno di speranza!
I medici sono stati subito chiari, unica soluzione il TRAPIANTO, essendo figlia unica dovevo trovare un donatore.
Dopo un mese sono tornata a casa, facevo chemio in day hospital e in pochi giorni abbiamo trovato ben 6 donatori potenzialmente compatibili.
Così il 22 agosto sono entrata di nuovo in camera sterile per la preparazione al trapianto, chemio e radio total body.
Il 31 agosto è arrivata la sacca dalla germania, il regalo più bello per cui sarò sempre grata al ragazzo che mi ha permesso di sperare ancora.
Il 22 settembre sono stata dimessa, stavo davvero male, non riuscivo a mangiare, i farmaci antirigetto mi davano una nausea folle, ma ero a casa dai miei figli, potevo finalmente toccarli e non vederli con una web-cam!
Mi sentivo uno straccio, letto divano divano letto la mia giornata, una debolezza incredibile dormivo in continuazione e se provavo ad alzarmi svenivo.
Ma stringevo i denti, lo dovevo ai miei bambini. Per colpa mia avevano già sofferto troppo.
E pregavo, ho ritrovato una fede che avevo perso e nella preghiera ho trovato la forza per sopportare, accettare e combattere.
Al di sopra di ogni più rosea aspettativa ho festeggiato il 2008 in montagna andando sul bob con i miei bimbi come una matta e brindando con il mio fantastico marito!
Per adesso la malattia non c’è più ma so di essere ancora a rischio rigetto e rischio ricaduta per un pò di anni.
Ma sono qui, sono VIVA, un nuovo anno da festeggiare, GIORNO PER GIORNO CON FEDE E SPERANZA.
Oggi una mia amica mi ha parlato del vostro sito, come vedi non ho perso tempo!
Complimenti è bellissimo, le vostre testimonianze sono davvero commoventi e la voglia di trasmettere speranza e forza alle persone come noi è davvero una cosa splendida!
Grazie.
Con affetto,
SABINA
Ciao Sabina, allora abbiamo più di una cosa in comune oltre a questa brutta avventura!!! Un arcobaleno colorato che ci ha dato tanta speranza.
La tua storia, è molto simile a quella di Daniela e nel rileggerla, ho rivissuto alcune cose, ad esempio quando lei la mattina presto, ma molto presto, accendeva il suo pc per collegarsi con i suoi figli, e con la cam salutarli prima che loro andassero a scuola…uhm.. Vabbè, tanto dovevo svegliarmi comunque 🙂
Ben approdata dunque nel nostro arcobaleno, e in bocca al lupo per tutto!!!
Ciao Sabina, leggendo la tua storia affiorano subito molte similitudini tra la tua e la mia storia: innanzi tutto anche per me la cosa più difficile da accettare in questo lungo anno di malattia è stata la lontananza dai miei figli. Anche io ho cercato di star loro più vicina nei lunghissimi mesi di ricovero (36 gg per il ciclo di induzione, 34 gg per quello di consolidamento, 5 gg per l’intervento di espianto del midollo dalle creste iliache, 58 gg per l’autotrapianto) mi collegavamo via webcam dalla stanza dell’ospedale quando le mie condizioni non erano tali da preoccuparli. Ma al termine di ogni collegamento la mia nostalgia aumentava… Devo dire che la cosa che mi ha fatto più soffrire è stato vederli attraverso i vetri della camera sterile nella quale ero rinchiusa durante il trapianto. Ora sono fuori da un po’ ma se ci penso mi scendono ancora le lacrime… Anche perchè i miei valori ematologici sono ancora molto bassi e quindi capita spesso che non possiamo stare insieme: sono tre e tutti abbastanza piccoli e se si ammalano devo essere “esiliati” a casa dei nonni. La loro sofferenza rispetto al mio stato di salute così modificato ma soprattutto rispetto al cambiamento che la mia malattia ha apportato al nostro stile di vita, sta venendo fuori tutta adesso: hanno tenuto duro per un anno ma ora sono disorientati e stanchi. Spero di poter tornare ad essere presto la loro mamma giocherellona, invece di passare le giornate a fare l’acaro un po’ sul letto, un po’ sulla poltrona…
Comunque tengo sempre presente quell’arcobaleno colorato che ci ha tanto emozionate in quel pomeriggio e spero di uscire presto da questo incubo per riprendermi la mia vita tutta completa: la mia famiglia, il mio lavoro, i miei amici non perdendo però di vista la sofferenza altrui ed il tentativo di portare un po’ di aiuto a chi sta male…
In bocca al lupo per tutto e spero di leggerti presto sul nostro sito,
Daniela
Ciao Sabina, oggi ho avuto la fortuna di conoscere la tua splendida famiglia i tuoi figli sono oltre che belli molto simpatici e vivaci, sopratutto la più piccolina…tremendaaaaaa, ma una forza!!! 🙂 per non parlare di Bruno tuo marito un uomo davvero straordinario, sarai orgogliosa di loro. Un abbraccio e proteggili sempre.