Oggi, 9 Ottobre 2010, durante il mio giro in reparto, mi domandavo se fosse il caso di passare da Francesco Giuseppe, ricoverato a trapianti, di lui ho scritto sul forum del sito, di lui ho scritto l’angoscia che mi ha trasmesso le ultime volte che gli avevo fatto visita, di lui ho scritto la sua caparbietà a lottare come una tigre nonostante sembri non ci sia niente da fare, ho scritto di sua moglie, Cinzia, alla quale mercoledi scorso dissi di non farsi prendere dalla diperazione nonostante la situazione stessa sembrasse disperata, le ho ricordato di giordano, un ragazzo di 18 anni che sembrava non aver reagito alla chemio, arrivato agli sgoccioli, improvvisamente migliora, la malattia regredisce, ora sta bene, un miracolo? certo cinzia, per chi ci crede i miracoli esistono, bisogna crederci tanto ma tanto come il tuo francesco che stamane stava meglio, ho chiacchierato con lui x 10-15 minuti buoni, abbiamo riso insieme, come non avveniva da 6 mesi forse più. Voglio dire che, anche se non posso provarlo, sono convintissimo che l’infame (definizione della leucemia) si combatte non solo con la chemio e company, ma anche con una grande forza di volontà, questo cocktail formato da chemio o simili, altri farmaci e l’ingrediente che nessuno può darci, la volontà, a volte sconfiggono queste ……. di malattie. A tutti ricordo che sull’arcobaleno nessuno è solo, invito tutti a parlare di se e delle esperienze vissute, perchè qualcuno ritrovado similitudini con la propria esperienza di malato, può sentirsi meno solo e poi c’è l’abbraccio della GENTE DELL’ARCOBALENO.
Ezio B. volontario Policlinico Tor Vergata (Roma) ex paziente
Stamattina, proprio stamattina, mi hai chiamato per dirmi che da ieri 2 novembre, il tuo amore è volato sull’arcobaleno, tutti ce l’hanno messa tutta, come allora, un tempo che sembra cosi lontano e cosi vicino, il 2 novembre del 2007, un ragazzo di nome Umberto, che per circa un mese è stato mio compagno di stanza volò sull’arcobaleno.
Che dire, cosa si può dire di qualcuno con cui si divide la lotta, la sofferenza, la speranza, si’ la speranza che mai ti abbandona, si, la speranza che è consapevolezza di poter essere più forte di ogni aggravamento, si, la speranza che supera le notizie dei medici pessimisti sul decorso della malattia, si, quella speranza è volata via con te amico mio, resta quel vuoto che nessuno potrà colmare, quel vuoto di compagno per lei che ti ama tanto, di padre per la tua piccola, un vuoto per me, meno importante, ma che toglie un insostituibile amicizia, nata cosi per caso, una visita, durante un giro per le stanze di quel reparto dove circa un anno fa ci conoscemmo. ciao francè, porterò il tuo esempio di grande lottatore in tutte le stanze di quel reparto, forse cosi qualcuno grazie al tuo esempio, non si arrenderà.