Ogni anno in Italia più di 35mila nuovi casi. In un convegno organizzato da Isheo insieme a La Lampada di Aladino Ets, l’allarme di esperti e pazienti: “Ancora forti differenze assistenzialiLe tecniche di sequenziamento genetico di ultima generazione (NGS) e i nuovi farmaci di origine biologica danno nuove speranze ai pazienti con un tumore del sangue, ma queste innovazioni restano appannaggio di pochi perché ci sono troppe differenze assistenziali e non c’è ancora uniformità di accesso ai più elevati standard di cura sull’intero territorio nazionale. Per colmare questi divari ha preso il via il progetto ‘Bridge the gap’ che si è posto l’obiettivo di identificare le criticità esistenti nella gestione sia del paziente con malattia in fase acuta cher di quello lungo-sopravvivente per poi elaborare un Piano di intervento concreto. Il tutto coinvolgendo diversi stakeholder del settore, dagli ematologi, ai farmacisti ospedalieri, alle Associazioni dei pazienti, ai Medici di Medicina Generale. Se ne è parlato a Roma nel corso del Convegno Nazionale dal titolo “Un nuovo piano per una migliore assistenza dei pazienti con Neoplasie Ematologiche” realizzato da ISHEO, in collaborazione con “La Lampada di Aladino ETS

Il progetto ‘Bridge the gap’

Nel nostro Paese ogni anno si registrano oltre 35mila nuovi casi di tumori del sangue. Per questi pazienti migliorano tendenzialmente le opportunità ma rimangono ancora troppe differenze assistenziali sull’intero territorio nazionale. Dal meeting dei clinici e dei rappresentanti dei pazienti, reso possibile dal supporto non condizionante di Astellas Pharma, AstraZeneca e Roche, sono emersi i tre punti sui quali è necessario intervenire: assistenza domiciliare, supporto psicologico-nutrizionale e potenziamento del fondamentale ruolo del caregiver. Il progetto “BRIDGE THE GAP”, tema centrale del convegno, si è prefissato l’obiettivo di definire in maniera strutturata i punti cardine dell’assistenza. L’obiettivo è realizzare un Piano di intervento operativo ed uniforme in tutta Italia e coinvolgendo tutti i soggetti che entrano in gioco nella presa in carico di questi pazienti.

Dieci punti da cui ripartire

Dieci i punti indicati nel Piano operativo del progetto ‘Bridge the Gap’ ma su tutti prevale l’esigenza di riconoscere a tutti il diritto alle cure migliori senza distinzioni geografiche, aspetto su cui è intervenuta anche la Senatrice Tilde Minasi, membro X Commissione del Senato della Repubblica: “Conosco molto bene il fenomeno della migrazione sanitaria poiché provengo dalla Calabria che è ai vertici di questi viaggi della speranza e so che determinano una enorme sofferenza non solo per l’ammalato ma anche per tutta la famiglia su cui ricade anche un peso economico e sociale. Progetti come ‘Bridge the Gap’ e il Piano operativo presentato danno anche a noi rappresentanti istituzionali la possibilità di capire meglio quali sono le carenze principali, i punti di debolezza o quelli di forza delle varie aree d’Italia per poi agire concretamente con l’obiettivo comune di uniformare il livello di assistenza sul territorio nazionale”.

Leggi l’articolo https://www.repubblica.it/salute/dossier/oncoline/2023/05/30/news/tumori_del_sangue_progetto_per_superare_differenze_di_accesso_alle_cure-402540800/

 

Lascia un commento