1 gennaio 2020: casa nuova, vita nuova, 2 viaggi in programma e tanti obiettivi da raggiungere.
Prabath che mi continua a ripetere che è stanco, ha un forte mal di testa, la febbre sale e scende e un mal di gola che non passa.
Pensando sia una semplice influenza, prendiamo un antibiotico, andiamo a letto e torniamo al lavoro.
Passano i giorni e arriva quel 15 febbraio, un sabato mattina: alle 11 sento citofonare, è tornato a casa perché non ce la fa proprio a lavorare.
Lui che ha attraversato mezzo mondo, lui che ha sofferto fin da bambino, lui che non è mai mancato mezza giornata dal lavoro.
Penso sia troppo strano che in un sabato mattina abbandoni la sua pizzeria, tant’è che lo obbligo ad andare a farsi visitare, perché lui sarebbe andato a dormire con una tachipirina e la sera stessa sarebbe tornato al lavoro.
La guardia medica gli dice di correre in ospedale, e dopo 6 ore di attesa ci sentiamo dire “io ti devo ricoverare, il tuo midollo non funziona bene”.
Ci cade il mondo addosso.
Noi che a 20 anni pensavamo solo a quale albergo prenotare, a quale prossima vacanza pensare e a quando realizzare i nostri sogni.
Noi che in una notte siamo diventati più grandi, più coraggiosi e più forti di molti adulti.
Pochi giorni dopo il ricovero, la diagnosi: leucemia mieloide acuta, che verrà curata con chemioterapia e midostaurina di mantenimento.
E adesso?
Cosa facciamo? Come lo superiamo? Come ci riprendiamo in mano la nostra vita?
Inizia la terapia e dopo 1 settimana l’ospedale chiude alle visite causa COVID.
Siamo sempre più soli, sempre più distanti, sempre più impauriti.
In fase di aplasia arriva un’infezione ai denti, che porterà il mio compagno ad essere operato da un chirurgo maxillo-facciale: 2 settimane senza aprire bocca, senza riuscire a parlare, senza cibo, 20 kg in meno ma dopo 40 giorni usciamo dall’ospedale e respiriamo la prima aria di libertà, remissione completa.
Iniziano le 3 fasi di consolidamento, che porteranno al perforamento di un polmone e a una febbre molto alta causa batteri nello stomaco.
Ma noi non molliamo, vogliamo vivere, vogliamo riprendere in mano la nostra vita, vogliamo tornare a lavorare, a viaggiare, a sorridere.
Il 15 giugno finisce l’ultima chemioterapia e le ultime due molecolari sono in discesa, quindi è un buon risultato, ma non smettiamo di sperare, nonostante ci vengano date tutte le informazioni nel caso non andasse bene qualcosa.
L’ospedale è ormai diventato il nostro posto fisso, le visite continuano 3/4 volte a settimana.
A fine luglio rimuoviamo il PICC e lunedì 10 agosto arriva il risultato dell’ultima molecolare: 0.08%.
Un grande risultato secondo le dottoresse, che sperano che questo valore scenda ancora di più, continuando con la terapia di mantenimento fino a luglio 2021.
Il 12 agosto ci mettiamo in sella e facciamo 20 km in bici fino ai laghi di Cancano, io che ansiosamente continuo a chiedergli come si sente, se è stanco o si sente affaticato.
Ma lui continua a ripetermi che sta benissimo, si sente rinato e non vede l’ora di tornare al lavoro.
Sono fiera di te amore mio, sono orgogliosa di noi e la nostra forza ci porterà lontano.
Buona vita
Alessia ❤️